I nuovi campi giovanissimi

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14La porta d’ingresso nel mondo dei giovanissimi è il campo 14: “Sogna ragazzo sogna”. Si concentra sull’individuo, su desideri e paure che animano il cuore de 14enni, in modo da produrre un primo, piccolo ma importante, discernimento e invitare i ragazzi a cogliere l’attimo, Amati da Dio che si compiace guardandoli in mezzo agli altri uomini, proprio come Gesù durante il battesimo.

Con il campo 15Kebrillah” si vuole entrare concretamente, giorno per giorno, nella ordinaria quotidianità che

sembrerebbe così lontana durante i campi, E’ tempo di creare un ponte reale e tangibile tra campo e vita. I 15enni sono, in parte, ciò che hanno intorno a loro! Svisceriamo, allora, i loro maggiori ambiti di via: la comunicazione con gli altri, ilnumber15

A 16 anni poi nasce un nuovo problema: e se il mondo in cui sto non mi piace? La crescita degli adolescenti spesso comporta un rifiuto del mondo in cui vivono, da cui s’allontanano delusi dall’impossibilità di trovare un senso per la loro vita. Guidato dalla disillusione dei discepoli di Emmaus e dal loro scoprire la resurrezione, il campo “E ti vengo a cercare”, aiuterà i ragazzi a comprendere cosa il Signore chiede alla nostra vita per renderla bella e portatrice di senso e 16di speranza nel mondo. Tre cose: la fraternità, l’amore e la condivisione, per compiere quella conversione dei cuori che è il punto di partenza necessario per cambiare il mondo e non dover più scappare da esso. Sarà un campo semi itinerante, in luoghi che richiamano alcuni episodi della vita di Gesù.vivere la famiglia, il relazionarsi con i coetanei (consapevoli che il proprio corpo parla) e, infine, il significato dello stare a scuola. L’obiettivo è un obiettivo alto: dare ordine a queste 4 cose lasciandoci aiutare dal lavoro concreto e manuale e dalla consapevolezza che lo Spirito Santo possa agire dentro di noi.

Il Campo 17 “Vieni a vedere perché”, rimane un campo di servizio, non solo verso la disabilità, ma esteso anche ad altre realtà di emarginazione. L’obiettivo è mettere in pratica il comandamento dell’amore, fulcro del campo16, che ora però richiede di essere speso per coloro che ne hanno maggiormente bisogno. Sarà un processo di piena apertura verso l’altro, reso difficile dalla 13505337necessità diportare tutti se stessi davanti all’altro, di affrontare e condividere anche le proprie debolezze e le proprie difficoltà; passo sicuramente duro da fare per un ragazzo che sta crescendo all’internodi una realtà nella quale il debole è emarginato. Ci ospiteranno il Villaggio senza Barriere , la Casa della Carità, Casa Santa Chiara e la Capanna di Betlemme.

Così come in IV superiore non finisce la scuola, ugualmente non finiscono i campi. Durante il campo 18 “La terra degli uomini”, i ragazzi sono verso la fine dell’adolescenza. Stanno crescendo nell’ottica di un’apertura al mondo ed è giusto che siano consapevoli di far parte della collettività, di una società e di una comunità- Come cristiano questo 18significa far parte della Chiesa. Eppure non è facile, soprattutto nelle relazioni con i coetanei non interessati alla fede, portare questa appartenenza nella quotidianità, compenetrandola con l’essere parte della società- Verranno affrontati i temi dell’impegno civile e della vocazione, i gruppi verranno accolti presso alcune comunità di laici e consacrati nelle quali si farà esperienza di vita condivisa e di Chiesa assaporandone la pienezza e la bellezza. Una scelta forte di fede e una sete accesa di vita non sono incompatibili, ma complementari. Prima di vivere la fede in maniera tutta personale vorremmo si fermassero per sentire sulla pelle che il cristiano è un cristiano che cammina in mezzo ad altri e che questo cammino condiviso che è l’essere Chiesa è una ricchezza fondamentale da comprendere.

Australian_state_route_19.svgFatto anche questo passo, resta l’ultimo da fare: andare alle radici della fede, a ciò che è essenziale, per dare un’impronta caratteristica che no si perda camminando nel mare del mondo. Il campo 19 altro non è che il “Norcia-Assisi”  spostato avanti di un anno, rimasto pressoché inalterato. Nel passaggio  dall’adolescenza alla vita adulta (segnato anche dalla fine delle scuole superiori), ci è chiesta una certa maturità, non solo come persone ma anche come cristiani. Questa è una condizione necessaria per poter vivere la propria fede a partire dalle fondamenta, spogliata di tutto ci che è superfluo, sulle orme di san Benedetto e di san Francesco. Sarà un campo itinerante con caratteristiche di povertà ed essenzialità.

Si chiude così un ciclo iniziato con il campo 14, dalla ricerca della propria dimensione nel mondo fino al senso di una nuova posizione all’interno della realtà. Alimentato dalla fede e veicolato dall’appartenenza alla Chiesa.