Un po’ di storia…

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Chi Siamo | Storia

1867 – La Società della Gioventù Cattolica Italiana
Due giovani, Mario Fani, del circolo S. Rosa di Viterbo, e Giovanni Acquaderni, animatore di un circolo giovanile bolognese, danno vita alla Società della Gioventù Cattolica Italiana, primo nucleo dell’ACI, adottando come programma il motto “Preghiera, Azione, Sacrificio”, da tradurre nella fedeltà a quattro doveri principali: devozione alla S. Sede, studio della religione, vita cristiana, esercizio della carità.
Nel 1868 Pio IX approva con il breve pontificio Dum filii Belial la costituzione della nuova associazione.
Nel 1874, promosso dalla Società della Gioventù Cattolica, si tenne a Venezia il primo congresso dei cattolici italiani, iniziativa da cui nacque l’Opera dei Congressi e dei Comitati cattolici in Italia.

1896 – Viene fondata la FUCI
L’idea di una federazione, che sarà il nucleo iniziale della FUCI, viene sviluppata nel corso, che dà vita al primo Circolo Universitario cattolico in Italia (1894). Nel 1896, nel XIV Congresso dei cattolici italiani, viene ufficializzata l’idea, già emersa un paio d’anni prima all’interno del circolo universitario di Roma, nato nel 1894, di creare una federazione nazionale dei circoli universitari cattolici. Fin dai primi anni la FUCI è impegnata su due versanti: il confronto con la cultura moderna, e l’impegno nell’ambito sociale.

1908 – Nasce l’Unione fra le Donne Cattoliche Italiane
Creata ad opera di Maria Cristina Giustiniani Bandinim, e con la collaborazione di Adelaide Coari, l’Unione Donne si assume la cura dei fanciulli cattolici indirizza la propria azione nel campo della catechesi, dell’istruzione, dell’assistenza, portando fervore e vitalità nuove per la presenza femminile nella Chiesa.

1918 – La Gioventù Femminile
Per iniziativa di Armida Barelli, sostenuta da Benedetto XV prima e da Pio XI poi, nasce all’interno dell’Unione Donne la Gioventù Femminile di AC, con il compito di prendersi cura della “formazione religiosa, intellettuale, morale e sociale della giovane”.

1919 – La fine del non expedit
Nel dopoguerra, con la nascita del Partito Popolare di Sturzo e la fine del non expedit, il laicato cattolico si riorganizza e si fa più netta la divisione di compiti tra l’Azione Cattolica, il partito, il sindacato. Nel 1922, al fine di raggruppare tutte le opere degli adulti nasce ad opera di Augusto Ciriaci e mons. Domenico Tardini l’Unione Uomini Cattolici, voluta da Pio XI.

1923 – La riorganizzazione di Pio XI
Durante i primi anni di pontificato di Pio XI si procede a ristrutturare complessivamente tutta l’Associazione. Con gli Statuti del 1923 l’AC viene costituita in 4 sezioni:
– Federazione Italiana Uomini Cattolici
– Società Gioventù Cattolica Italiana
– Federazione Universitari Cattolici Italiani
– Unione Femminile Cattolica Italiana

1931 – Lo scontro col fascismo
Mussolini, contravvenendo agli accordi sanciti con il Concordato del 1929, invia ai prefetti l’ordine di chiudere i circoli dell’AC, perché l’attività formativa religiosa esercitata in essi viene considerata contraria al fascismo. Pio XI risponde con l’enciclica “Non abbiamo bisogno” in cui afferma che il laicato e l’AC non hanno bisogno di garanzie diverse da quelle della Chiesa, della fede, e del rapporto con il pontefice.

1943 – Le organizzazioni di massa
Dopo la guerra, anche per merito dello sforzo organizzativo condotto lungo tutto l’arco del pontificato di Pio XII, l’AC raggiunge un’espansione mai vista prima: nel 1943 gli iscritti sono circa 2.500.000 e giungono nel 1959 a 3.372.000.

1948 – I “Comitati Civici”
Il periodo che si apre con la Liberazione e le successive elezioni per la Costituente, nel 1946, vede un coinvolgimento quasi diretto dell’AC nelle competizioni elettorali e, più in generale, nel dibattito politico. Nel 1948, in particolare, in vista delle prime elezioni politiche repubblicane nascono i cosiddetti Comitati Civici, un’organizzazione collaterale all’AC, con lo scopo di mobilitare tutte le forze cattoliche per la battaglia elettorale. Questo sforzo diretto di mobilitazione, se da un lato esprime la radicalità dello scontro politico in atto, dall’altro, soprattutto negli anni seguenti, sembra manifestare scarsa sensibilità nel cogliere le profonde trasformazioni che in questi anni stanno cambiando il volto del Paese, avviandolo ad una secolarizzazione forse mai conosciuta. Anche all’interno dell’AC, tuttavia, comincerà tra breve a farsi strada quella ricerca di rinnovamento che maturerà negli anni che ci avvicinano al Concilio.

1964/1973 – Il rinnovamento e la scelta religiosa
Nel 1962 si apre il Concilio Vaticano II e, nel 1964, viene nominato Presidente della Giunta Centrale di AC Vittorio Bachelet, che, nel clima di rinnovamento conciliare, conduce l’Associazione a compiere la cosiddetta “scelta religiosa”. Con essa non si intende indicare la strada del disimpegno dal piano temporale della vita cristiana ma l’affermazione della priorità dell’annuncio della Parola “in quanto capace di creare uomini nuovi e portatrice di una profonda carica di trasformazione della vita e della storia”.

1969 – Un nuovo Statuto
Coerentemente con le nuove prospettive postconciliari, l’AC si dà nel 1969 un nuovo statuto, elaborato dopo un lunghissimo periodo di revisione, confronto, riflessione dei propri aderenti ai vari livelli. La struttura organizzativa dell’Associazione assume un volto nuovo: i quattro Rami (Gioventù Maschile, Gioventù Femminile, Unione Donne, Unione Uomini) lasciano il posto a due Settori, uno per i giovani e uno per gli adulti, mentre le Sezioni minori sono sostituite con un’unica struttura unitaria: l’Azione Cattolica dei Ragazzi.

[dal sito nazionale dell’Azione Cattolica]